martedì 10 giugno 2008

Trent'anni di veleni sotto la Bretella Benkiser

Dal Gazzettino di oggi:
"MIRA La tecnica del telerilevamento ha accertato la presenza di bidoni o contenitori pieni di rifiuti tossico-nocivi interrati tra gli anni ’60 e ’90
Trent'anni di veleni sotto la bretella Benckiser
L’area è stata posta sotto sequestro: i livelli di arsenico sono mille volte superiori ai limiti, quelli di nichel quattrocento.
Discarica abusiva nel cuore di Mira, sequestrato il parcheggio adiacente la bretella Benckiser. Bidoni interrati contenenti sostanze tossico-nocive, tra cui arsenico e nichel, nel parcheggio dell'ex Mira Lanza. Questa la motivazione che ieri mattina ha spinto la Guardia di Finanza di Venezia a far scattare i sigilli attorno al parcheggio ad uso pubblico di proprietà della Nuova Edilizia, dal capannone di Compagnia Immobiliare Incotex, e da parte del capannone di proprietà Life in locazione alla Reckitt Benckiser, nei pressi della bretella di collegamento con la Romea, tra Porto Menai e l'incrocio con via Fornace e via Sant'Antonio.
La Reckitt-Benckiser esprime massima disponibilità alle indagini. Lo scorso anno il sindaco Michele Carpinetti aveva emesso un'ordinanza vietando qualsiasi uso dell'acqua proveniente dalla falda e dai pozzi artesiani presenti lungo la bretella e per un raggio di 500 metri. All'origine del divieto i riscontri dell'Arpav e dell'Asl 13 su concentrazioni di elementi inquinanti nell'area a parcheggio vicina alla nuova bretella, probabile causa dell'inquinamento della falda freatica sotterranea. Le successive indagini della Divisione aerea della Guardia di Finanza di Venezia, su mandato della Procura della Repubblica, hanno evidenziato, con le metodologie del telerilevamento, una verosimile "presenza di rifiuti tossici interrati con ogni probabilità tra la fine degli anni '60 e i primi anni '90, con la presenza di sagome riferibili con un significativo grado di probabilità a bidoni o contenitori similari".
Le analisi condotte in questi ultimi mesi dall'Arpav hanno confermato un grave stato di contaminazione, in particolare riguardo la "concentrazione di arsenico, di mille volte superiore alla concentrazione tollerata, e di nichel, superiore 140 volte il consentito". Da qui il sequestro dell'area che delimita con certezza l'area interessata dall'inquinamento, che sarà oggetto di ulteriori indagini.
Il sequestro dell'area comunque non interromperà l'attività delle industrie dell'area. Quando inizieranno i rilevamenti, la messa in sicurezza dell'area e la bonifica verranno presi altri provvedimento. Ora la Procura dovrà indagare sulle eventuali responsabilità dell'interramento di materiali nocivi.
«Già lo scorso agosto - sottolinea Waldemar Golebiewski, direttore dello stabilimento Reckitt Benckiser di Mira - ci siamo resi disponibili a collaborare con le autorità competenti e a sostenere verifiche e indagini necessarie all'identificazione delle cause e delle responsabilità all'origine del fatto. Abbiamo promosso analisi per verificare eventuali potenzialità di disagio e garantire la sicurezza all'interno e all'esterno del sito, coinvolgendo autorevoli ricercatori ed esperti indipendenti. Malgrado sia l'azienda stessa, al pari di tutti i miresi, sia colpita dal problema, confermiamo la piena cooperazione con tutti gli enti e le autorità preposte e ci rendiamo disponibili ad ogni intervento utile a velocizzare i tempi ed agevolare le verifiche, sostenendo i costi relativi a ulteriori indagini e relative analisi a cura di Arpav sul territorio, programmati nel mese di giugno».Luisa Giantin"


"IL SITO L'ex deposito Mira Lanza
Mira
(L.G.) In quell'area, i più anziani, ricordano che c'era un magazzino-deposito della Mira Lanza. Molte le proprietà che si sono succedute alla guida dell'azienda di detersivi tra la fine degli anni '60 e i primi anni '90, ossia nel periodo in cui la Guardia di Finanzia ipotizza siano stati interrati i materiali contenenti alte concentrazioni di arsenico e nichel. Negli anni '60 la Mira Lanza era l'azienda leader in Italia nella produzione di detersivi, molti ricordano i personaggi del Carosello come l'Olandesina o Calimero.
Nei primi anni '70 la società passò in mano a Carlo Bonomi, della Bi-Invest, che a metà degli anni '80 decise di vendere la Mira Lanza alla Montedison. La Montedison, che all'epoca generava oltre 12mila miliardi di ricavi in lire, era nel mezzo di una grande ristrutturazione, ma era opinione comune che la Mira Lanza fosse più sicura in un gruppo industriale dedicato alla chimica piuttosto che ad un'immobiliare come la Bi-Invest.
Qualche anno dopo la Montedison, e quindi la Mira Lanza, passa alla proprietà di Gardini e verso la fine degli anni '80 al gruppo Ferruzzi. Solo nel novembre del 1988 la Ferruzzi cede la Mira Lanza alla Benckiser, oggi Reckitt-Benckiser, leader mondiale nella produzione di prodotti per la pulizia della casa.
l.g."

"LE REAZIONI
Carpinetti: «Ora puntiamo a mettere in sicurezza l'area e a bonificarla»
Mira
(L.G.) «Un sequestro cautelativo che non pregiudica le attività produttive dell'area interessata e che contribuisce a circoscrivere la zona interessata dall'inquinamento». È stato il sindaco Michele Carpinetti a dare ieri la notizia del sequestro dell'area adiacente il parcheggio Reckitt-Benckiser.
«Un anno fa, a fine agosto - spiega Carpinetti - abbiamo emesso l'ordinanza di divieto di utilizzo della falda freatica e dei pozzi artesiani lungo la bretella per sospetto inquinamento. La Guardia di Finanza su ordine della Procura ha circoscritto l'area che potrebbe essere la causa dell'inquinamento della falda comunicando di aver rilevato anche presenza di rifiuti tossici interrati con la presenza di sagome, forse bidoni. Anche l'azienda nella conferenza di servizi di maggio ha dato la disponibilità ad ulteriori campionamenti. A noi interessano ora due cose: mettere in sicurezza l'area e bonificarla per garantire l'incolumità dei lavoratori e dei cittadini. L'unico pericolo per i residenti è venire a contatto con l'acqua della falda contaminata, per questo vigileremo affinchè l'ordinanza venga rispettata. Ci attiveremo in tutti i modi per difendere e tutelare il nostro territorio».
Preoccupati anche i sindacati. «La giustizia deve fare il suo corso - hanno ribadito Massimo Meneghetti, segretario Femca-Cisl e Coletti della - Fortunatamente il sequestro permette il mantenimento dell'attività lavorativa. Certo è da capire quanto questi rifiuti sotterrati siano pericolosi, se i lavoratori sono sopra una polveriera o sopra un sito che va comunque urgentemente messo in sicurezza»."